La Pinacoteca
Nell’aprile 2006 Laura Pasinetti, astrofisica e scienziata milanese, donava al Comune di Montichiari oltre quattrocento opere, tra dipinti pastelli e disegni, del pittore Antonio Pasinetti (1863-1940), nato a Montichiari ma attivo a Milano per buona parte della sua vita. Nello stesso anno a seguito della scomparsa della professoressa Pasinetti prende forma il progetto per la creazione di una civica pinacoteca dedicata a ricordare la memoria dell’artista, che la nipote Laura aveva immaginato allestita nell’elegante edificio neoclassico che già ospitava la Biblioteca comunale Giovanni Treccani, con la quale oggi condivide gli spazi.
La Pinacoteca Pasinetti sviluppa il suo ordinamento in due parti. La prima presenta una selezione tematica dedicata al ritratto, al paesaggio e alla pittura sociale, nella seconda è messo in evidenza a scopo didattico il singolare rapporto tra bozzetto e opera finita. Pasinetti si distinse da subito come ritrattista della buona borghesia milanese, ma altrettanto intensa seppure meno nota fu la sua predilezione per il paesaggio, affrontato con “impressioni” pittoriche dipinte dal vero su tavolette di piccole dimensioni, tra Venezia, le valli alpine e i laghi lombardi. Sulla scia di artisti a lui contemporanei affronta inoltre senza esitazioni una produzione più impegnata, di denuncia sociale, dedicata in particolare alla condizione delle donne nelle campagne lombarde. La sua è una pittura dallo spiccato e vivace colorismo, con un gusto per la pennellata generosa alternata all’uso della spatola. Nel corso della propria carriera l’artista appare sensibile alle diverse correnti artistiche che incrociano la sua curiosità, dalla Scapigliatura al Simbolismo, dal Divisionismo a Novecento italiano. Anche l’utilizzo della fotografia attira gli interessi di Pasinetti al pari degli artisti più aggiornati della sua epoca. L’archivio della Pinacoteca, oltre a lettere e disegni, conserva un nucleo di scatti realizzati dal pittore per lo studio e la preparazione di numerosi soggetti.
I dati catalografici di ogni oggetto sono visionabili dal portale web Lombardia Beni Culturali al link sottostante:
ORARI DI APERTURA
Aperto negli stessi orari della Biblioteca Comunale
lunedì 14–19:30 martedì 14- 18:30 mercoledì 9- 12:30 , 14- 18:30 giovedì 14- 18:30 venerdì 9- 12:30 e 14 – 18:30 sabato 9-12 ,14- 18:30
Chiuso 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, domenica e lunedì di Pasqua, 25 aprile , 1 maggio, 2 giugno e il 15 agosto.
Nei mesi di luglio e agosto il sabato pomeriggio rimarrà chiusa
Visite guidate su prenotazione:
+ 39 030 9650455
info@montichiarimusei.it
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
In tutto il Museo
INDIRIZZO
Piazza San Rocco,1
25018 Montichiari BS
Tel. +39 030 9650455
Ingresso gratuito
L’artista
Antonio Pasinetti nasce a Montichiari il 2 agosto 1863. Fin da bambino mostra uno spiccato interesse per il disegno e, nonostante le umili condizioni dei genitori, è avviato al mondo dell’arte con un primo apprendistato presso il pittore Luigi Campini (1816-1890).
A dodici anni frequenta la Scuola Moretto di Brescia, quindi nel 1880 s’iscrive all’Accademia di Brera. Ottenuto il diploma di disegno, Pasinetti rinuncia a completare gli studi per trasferirsi a Verona (1882-83) alla scuola del pittore Napoleone Nani.
Dal 1884 al 1886 insegna alla Scuola di Disegno di Salò, e qui fonda una Scuola d’Arti e Mestieri. Nel 1887 si trasferisce a Padova; nel frattempo ha soggiornato a Genova, Verona, Trento, Mantova, Venezia e sul Lago di Garda, sempre eseguendo ritratti e paesaggi dal vero.
A partire dal 1889 risiede stabilmente a Milano ed entra in contatto con i principali artisti della città (Mosè Bianchi, Cesare Tallone, Giovanni Segantini, Antonio Mancini, Giuseppe Pellizza da Volpedo), divide lo studio in via Solferino con lo scultore Paolo Troubetzkoy.
Diviene amico di Giuseppe Zanardelli e ne frequenta la villa a Maderno (1890-94). In questo momento l’attività del pittore si concentra soprattutto sui ritratti per una facoltosa borghesia lombarda.
Al 1896 risale l’incontro con la trevigiana Teresina Marchetto che il pittore sposa nel 1901. La giovane donna muore due anni dopo di tifo lasciando Pasinetti nello sconforto con due figli maschi (Lauro e Leone).
In seguito intensifica l’attività di ritrattista nello studio di via Carroccio a Milano, oltreché la produzione di paesaggi e di composizioni di carattere idilliaco campestre.
Nel 1910 si unisce in matrimonio con la marchigiana Tina Cini (1886-1938), testimone di nozze è il pittore Arturo Tosi; nel 1914 nasce Ernesto, il terzo figlio.
Sempre più interessato ad una pittura d’impronta naturalistica, Pasinetti trae ispirazione dai frequenti viaggi e dai soggiorni fuori Milano (a Caprera, sulle Alpi, in val Camonica, sull’Adriatico, in Sicilia); ma è soprattutto Venezia, con la sua luce e i suoi monumenti, ad accoglierlo negli anni 1920-30.
Verso il 1925 l’amicizia con Gian Emilio Malerba, Margherita Sarfatti e Arturo Tosi lo avvicina a “Novecento italiano”, il movimento artistico nato a Milano nel 1922. Del 1933 è il viaggio in Germania, Olanda, Danimarca e Svezia.
Antonio Pasinetti si spegne il 13 maggio 1940. La sua opera è celebrata a Milano nel 1942 con una mostra patrocinata dal concittadino monteclarense Giovanni Treccani degli Alfieri.